Considerazioni sulla pandemia Covid 19 a Stabiazzoni

sauro/ Giugno 28, 2020/ Bacheca/ 0 comments

Pubblichiamo molto volentieri una lettera molto bella di Mario Pavesi (che continua ad essere il “Dottore” di Stabiazzoni anche se è in pensione) con considerazioni importanti sul Covid 19 e come proteggersi da esso “in un clima di solidarietà ed affetto reciproco che è una delle bellezze di Stabiazzoni”.


Lettera aperta all’attenzione di tutti

Considerazioni sulla pandemia Covid 19

Stabiazzoni è sempre stata un’oasi in cui tutti noi siamo venuti per godere dell’aria e dell’acqua, per ritrovarsi tutti insieme, per sentire nel cuore attraverso le pietre delle case le parole dei nostri cari che ci hanno lasciato.
Abbiamo sentito sempre il legame che ci unisce, lo dimostrano i filmati e le foto che ci mostrano impegnati in tutte le attività che vengono svolte nel nostro piccolo paese. Sono sempre vive nella mente di chi ha qualche anno in più, per esempio, le giornate della battitura del grano con la partecipazione dell’intero paese e più recentemente ci riempiono di orgoglio le feste agostane a cui tutti partecipano con gioia.
La solidarietà ed il rispetto reciproco hanno guidato i nostri genitori e noi con i nostri figli e nipoti ne tramandiamo lo spirito. Questo è il segreto della bellezza di Stabiazzoni e per mantenere questa bellezza abbiamo rinnovato ed abbellito le nostre case, abbiamo curato le parti comuni, ci siamo dotati di servizi utili alla comunità. Ognuno di noi ha dato e fatto secondo le proprie capacità, ma sempre mossi dalla condivisione e dall’approvazione reciproche.

La pandemia Covid 19 sta lasciando segni indelebili su tutti noi. Ben 35.000 persone, spesso si è trattato di genitori e nonni, ci hanno lasciato. Tanti giovani hanno perso il lavoro, tante famiglie vivono in gravi ristrettezze. Tutti, però, hanno sofferto per le limitazioni delle relazioni personali che sono la base degli affetti.
Nei giorni passati abbiano ascoltato tanti esperti, alcuni veri, altri improvvisati e mossi da interessi, che hanno lasciato in molti di noi confusione e paura.
Spinto dall’amore per Stabiazzoni, scevro da interessi specifici se non il desiderio di verità, mosso dalle conoscenze dovute alla mia professione, vorrei farvi partecipi di alcune considerazioni.

Questo virus, nuovo per noi, è stato combattuto con le armi disponibili al momento, talvolta con risultati incerti, le conoscenze sugli effetti dannosi si sono affinate nel tempo e sul campo, ma le uniche vere armi a nostra disposizione dimostratesi efficaci per l’interruzione dei contagi sono state la distanza e la mascherina perché solo l’interruzione della catena dei contagi ne ha ridotto la virulenza, ma non la scomparsa. Esso è sempre presente, lo dimostrano i continui focolai che si riaccendono continuamente.
In questo momento abbiamo due armi per ridurre la possibilità che la pandemia possa riprendere forza: una dipende da noi stessi ed è la distanza individuale con l’uso della mascherina, l’altra dalle istituzioni sanitarie ed è il controllo epidemiologico con gli strumenti che la scienza mette a disposizione.

Tutti noi che desideriamo ritrovarci a Stabiazzoni per riprendere a vivere, seppure per un breve periodo, quei momenti di vicinanza e di affetto essenziali per godere pienamente della nostra vacanza abbiamo l’obbligo di tutelarci reciprocamente e salvaguardare la nostra salute. Purtroppo nessuno di noi sa se possiamo essere portatori sani del virus per cui abbiamo l’obbligo morale e legale di impedirne la diffusione se presente in noi.

A Stabiazzoni è impossibile mantenere la distanza prescritta dalla legge non solo per la piccolezza del borgo ma soprattutto per il desiderio di poter essere in relazione tra di noi, vero motivo del ritrovarci. Alla luce di questa considerazione rimane indispensabile che l’altro strumento, l’uso della mascherina, sia rispettato in modo assoluto da tutti noi.

La mascherina definita chirurgica, acquistata o cucita in casa, ha la funzione di proteggere l’altro e non chi la indossa, ma usandola tutti ci proteggiamo a vicenda con un grande gesto di solidarietà ed affetto che sono l’essenza della bellezza di Stabiazzoni.

Certamente possono esistere motivazioni che ci inducono ad avere idee diverse sulla mascherina, ma nessuna di esse è dettata dalla scienza e dal rispetto dell’altro, ma da convinzioni personali che è doveroso mettere da parte per tutelare chi per età o malattie è più fragile, per dare serenità a chi vive con ansia e preoccupazione il pericolo del contagio, per contribuire a tenere sotto controllo una malattia che in modo esplosivo potrebbe mettere in crisi gli ospedali ed i loro operatori assolutamente necessari alla nostra salute.

Solo il buon uso della mascherina che copre sia il naso che la bocca, il virus esce da ambedue, preserverà da un nuovo contagio. È vero che coprire il naso rende meno agevole il respiro, ma è anche vero che non coprire il naso non serve a niente e che i periodi in cui siamo all’aperto con la mascherina indossata in modo corretto sono brevi. A dimostrazione dell’innocuità della mascherina ben indossata porto l’esempio delle centinaia di migliaia di chirurghi al mondo che per molte ore al giorno la utilizzano senza stramazzare al suolo.

Il mio invito, come medico e stabiazzonese*, è usare sempre bene la mascherina quando siamo in paese, dimostrando così quanto rispettiamo noi stessi e gli altri, quanto a cuore si possa avere la persistenza dell’armonia di questo borgo fantastico, di quanto siamo in grado di apprezzare il piacere del ritrovarsi.

Un caro saluto a tutti, grazie e a presto.

Mario

*certamente stabiazzonese è colui che c’è nato e/o ci vive, ma è stabiazzonese anche colui che ama Stabiazzoni.

 

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